Sedici dicembre Cari amici, non è per me il momento di pubblicare un nuovo post . La mente è persa altrove e, pur se in vista di Natale, il cuore è stretto da dolorose preoccupazioni. Per questo vi mando solo un caro arrivederci. Sperando nel ritorno di un po’ di cielo sereno. Franco
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Acquarello Mi sento vecchio. C’è sempre qualche accidente che me lo ricorda. Se ne va anche la memoria. Nel suo ultimo libro, L’età sperimentale, Erri De Luca racconta delle sue lunghe passeggiate tra i boschi e anche delle arrampicate affrontate su ripide pareti di due-trecento metri. De Luca non sente il peso dei suoi settantacinque: non ha problemi alle ginocchia o alle spalle. Se non bastasse, racconta di rinfrescare di continuo le molte lingue che conosce, anche l’ebraico antico che continua a studiare ogni mattina, al risveglio, verso le cinque. A lui la memoria non difetta! La mia, se mai c’è stata, spesso mi lascia solo. Spaesato, a tutte le ore. Molti anni fa una laureanda stava sviluppando la tesi in Cadore, dove rilevava il limite superiore degli alberi, ai piedi della Croda da Lago, una delle meraviglie delle Dolomiti. Venne a mostrarmi i suoi appunti e vidi che il quaderno su cui annotava le osservazioni era decorato da decine di piccoli disegni acquarellati....
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Sottecchi Metteva paura a tutti. Era un terribile menagramo . Io ridevo dei timori dei colleghi d’Istituto, che mai pronunciavano il suo nome e anche solo a sentirne indicare la presenza nei paraggi correvano a nascondersi o, se non ne avevano la possibilità, toccavano ferro, incrociavano le dita o sfioravano il cavallo dei pantaloni. Ai miei sorrisi quasi s’arrabbiavano, come se non avessi fiducia nei loro giudizi. Allora via, a raccontare mille storielle certificate da altrettanti attendibili testimoni dei fatti. Ma di queste sciagure già ho raccontato mesi e mesi fa. Oggi confesso che con l’ Innominato , come era chiamato il nostro menagramo, un po’ di disagio l’ho patito anch’io dopo che fui obbligato ad essergli assistente durante gli esami di Diritto . Era apparentemente un uomo benevolo, con una amabile parlata di vago timbro laziale, o forse campano. Diventava però durissimo quando gli esaminandi dimostravano di non aver compreso la ratio di qualche ...