Due denari


Erano di alluminio, grandi e leggere. 

Da una parte un aratro, dall’altra due spighe di grano. 

Dopo la messa, vuotato il sacchetto dalle offerte, il prete prendeva quattro monete da dieci lire: due a Lucio e due a me, i chierichetti della funzione delle nove. 

Lucio faceva il chierichetto anche alle undici, alla messa dei signori. 

Io mi accontentavo di venti lire, mentre lui faceva sempre musina per comperare il regalo per il compleanno della sua mamma.

Venti lire; era il prezzo del biglietto in platea del cinema della parrocchia. 

Insomma, al mattino servivo messa per andare allo spettacolo del pomeriggio.

La mamma e la Gemma scuotevano la testa: anche se il cinema era quello dei preti, il baratto sembrava chiedere l’assoluzione prima di fare il peccato.

Insomma, il piacere della ricompensa mi passava in un attimo: servire messa diventava come vendere Gesù per due denari.


Franco 













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