Focolare
Il focolare dell’Amalia conservava sempre un po’ di brace sotto la cenere. Bastava una scheggia di ramo secco, o una fascinetta messa a contatto con i tizzoni nascosti, e in un attimo la fiamma guizzava, pronta per la cucina.
La stanza con il focolare, ampia come tutto il pian terreno della casa dell’Amalia, aveva il pavimento che un tempo era stato di mattoni; ora sembra fatto di terra battuta, e le galline vengono spesso a razzolarvi in cerca di qualche improbabile briciola di pane, o di cibo caduto dalla tavola, o dai piatti.
Ho mangiato spesso seduto a quella tavola. Sul piatto finiva polenta, con insalata o radicchio dei campi, e una fettina di salame.
Si faceva festa quando il salame veniva cotto nel pentolino appoggiato sulle braci nel focolare.
Il grasso che colava dalle fette veniva coscienziosamente raccolto con la polenta.
Nulla veniva sprecato in quella cucina.
Anche il profumo serviva a riempire la pancia.
Eppure … le galline entravano in cerca di cibo, assieme al cagnolino e ai due gatti di casa.
Bastava un attimo perché il pranzo o la cena finissero.
Intorno al focolare restava il profumo del cibo, il calore del fuoco e il senso della famiglia riunita.
Quanto bastava a rendere felice l’Amalia.
Franco
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