850


Era un personaggio molto conosciuto, e potente. Direttore Generale al Ministero! Si portava addosso la nomea di menagramo. 

Infiniti erano gli aneddoti, bisbigliati senza pronunciarne il nome: non si sa mai, magari porta sfiga anche solo così.

New York … dottore, sale? - gli chiesero - le cedo il mio posto … no grazie, non mi fido di quelli - indicava l’ascensore - salgo a piedi. La cabina si bloccò tra il ventesimo e il ventunesimo piano.

… al concorso ero arrivato sesto - mi raccontò - due di quelli davanti a me morirono, un tumore fulminante e un incidente di montagna. Un terzo si ritirò, chissà perché … così finii tra i vincitori!

… ho seguito un corso di grafologia - mi disse - la sua grafia promette una bella carriera!

I miei due colleghi d’istituto si scompisciarono dalle risate. Franco, io andrei subito dal capo a dimettermi … tanto per evitare incidenti!

L’accidente l’aveva patito uno dei due. Saliva in Cadore, gli studenti in pullman e lui con un collega in auto. S’erano fermati al bar. Uno studente aveva scritto il nome del nostro personaggio su di un foglietto, e lo aveva sistemato sotto il tergicristallo dell’auto, come fosse una multa. 

Lui lesse il biglietto, sbiancò, si disperò, quasi pianse. Il destino della sua 850 nuova fiammante era segnato. 

Ma dai, sono favole, rise il collega, e lo convinse a ripartire.

Un chilometro, e si fuse il motore!

Sarà stato un caso? Ogni volta che le chiacchiere prendevano la via del Ministero, in un attimo il mio collega ripeteva un suo rito di scongiuri fatto di plateali e volgari gesti scaramantici. 


Franco



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