Il tempo


Il tempo era il padrone di casa. 

E con lui dominava la fretta. Correre al lavoro, prendere il treno per Padova, essere puntuali al liceo …Tutti correvano, e tutti avevano una sveglia. 

L’orologio ufficiale era quello al polso del papà. Un cronometro, che misurava le frazioni di secondo. Cosa erano le frazioni? Non lo sapevo, ma mi facevano paura. 

È preciso al mezzo decimo di secondo! Esclamava con orgoglio; anche quella precisione mi metteva un po’ d’ansia. 

Il papà regolava il suo cronometro tutte le mattine, alle otto in punto, col segnale orario trasmesso dall’Istituto Galileo Ferraris di Torino. Lì c’è un orologio atomico, diceva. Non sapevo cosa volesse dire, ma mi spaventava il nome, quello della bomba.

Regalarono una sveglia anche a me; da viaggio, in una custodia di pelle verde. Il ticchettio si sentiva anche se la chiudevo nel cassetto del comodino. Mi metteva ansia … mi faceva sentire in ritardo. 

Quando cominciai a frequentare le Medie, il Comune fece collocare un orologio elettrico sul muro del Torrione, al ponte degli Angeli. 

É precisissimo, diceva mio zio che di orologi se ne intendeva, spacca il secondo.

Quel secondo spaccato mi condizionò la vita! Quando arrivavo al ponte guardavo l’orologio dello zio e mi sentivo in ritardo anche se ero uscito di casa cinque minuti prima del solito.  Ero l’unico bambino che non si fermava a  chiacchierare di calcio coi compagni di scuola.


Il tempo mi ha segnato profondamente. 

Oggi, in casa, c’è almeno un orologio per stanza, compresi i bagni, le scale e il giardino. Orologi regolati da altri orologi … atomici, sparsi in tutto il mondo.


Spesso mi chiedo: che fretta ho? Sono in ritardo? Si, si … tra dieci minuti ti trasformerai in una zucca … Non bastava il Bianconiglio; ora anche Cenerentola! L’incubo della fretta …


Franco




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