Voto
Quarta Ginnasio. Quando la professoressa d’Italiano ci restituì, corretto, il primo compito in classe, non mi piacque che commentasse i risultati e leggesse il voto ad alta voce.
Cominciò dai peggiori. Quattro … quattro e mezzo … dal quattro al cinque …
A mano a mano che procedeva col supplizio dei primi, si faceva via via più sereno il viso di chi ancora non aveva sentito pronunciare il proprio nome.
Quando i voti raggiunsero la sufficienza, quelli non ancora chiamati si sentirono in paradiso.
Alla fine restarono due compiti soltanto.
Il mio e quello di Adele, una moretta di cui mi ero perdutamente innamorato fin dal primo giorno di scuola.
Ecco un esempio di come si deve scrivere nella nostra lingua, un esempio di sintassi corretta, di ricca scelta lessicale, di intelligenza espositiva. Otto!
Adele, per favore vieni a leggere il tuo compito.
Come Adele, anch’io trasudai orgoglio e felicità.
Adele lesse. Io gonfiai il petto e salii al settimo cielo.
Restavo infatti solo io. Cos’altro poteva dire di me la professoressa?
Cominciò con … ecco un rarissimo esempio …
Rarissimo? In un attimo pensai che il papà sarebbe stato orgogliosissimo di me. Uso corretto del superlativo, ripetuto, legato ad un altro superlativo!
… raro esempio - si corresse la professoressa - di composizione scialba, sciocca, di vocabolario banale … di fraseggio claudicante. Franco, sei fortunato … visto il risultato, non puoi far altro che migliorare. Due, il tuo voto è due.
Non ebbi più il coraggio di dimostrare il mio amore ad Adele, la mia favolosa, ma inavvicinabile, compagna di classe.
Franco
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