CSP


Siamo alle solite. 

Una osservazione diretta, senza mezzi termini.

Ti rendi conto che ti ripeti in continuazione?

Ti accorgi che usi sempre lo stesso giro di parole?

La gente finirà per annoiarsi … diventi scontato … 

Ma a cosa ti riferisci? Gli domando un po’ piccato, forse impermalosito.

L’aria calda che sale dalla sabbia non aiuta ad essere sereni, e pronti a tutto.

Ecco qua, comincia a dire col cellulare in mano … anche ieri, ecco … colori, sapori, profumi … sembra che la tua memoria sia fatta solo di questo. 

Prova a cambiare, dai, di fantasia ne hai, vedrai che trovi qualcosa.

Devo essere diventato verde, o giallo, che sono i colori dell’ira e dell’acidità, che non è accidia, così almeno mi pare di ricordare dei vizi capitali. Ho preso a sudare che l’odore devono averlo sentito anche in riva al mare. Il sapore della bile l’ho tenuto per me.

Lui intuisce. Sorride, ed è peggio di una minaccia. Poi dice: se non ci riesci, usa almeno un acronimo … tipo CSP. 

Vedrai che in un attimo tutti capiscono, e il tuo post si legge più in fretta. 

Rideva.


A me proprio non ha fatto ridere.

E di acronimi me ne sono passati a dozzine per la mente.

Non ne ho usato manco uno.

Si sarebbe risentito.

E di sicuro avrebbe trovato qualcosa d’altro da obiettare, o da suggerire. Magari sorridendo.


Franco


Bosch, i vizi capitali




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