Due o tre


Troppi aggettivi! Cosa servono tre aggettivi? Ne basta uno, due al massimo …

Altrimenti la frase diventa pesante, si fa fatica a leggere, si lascia lì … 

E poi … ma che parole usi? Ci vuole il vocabolario per capire il senso delle tue parole,  ma uno dell’Ottocento … roba vecchia, insomma.  In quelli di oggi ci scommetto che ne trovi la metà, e con la crocetta … parola morta … no, scusa, tu diresti lemma desueto. Va bene che anche tu sei datato … più o meno di quel secolo, ma devi svecchiarti, o molli lì … 


A dirla come vuole lui ci sono restato di m. … 

E poi ci ho pensato su tutta la notte. Ho ingoiato un paio di pasticche di magnesia con la speranza di digerire. Di metabolizzare.

Ed ho continuato in spiaggia, anche stamattina, con mia moglie che brontolava sul mio umore nero.

Mi sono spostato un paio di ombrelloni più in là e ho cominciato a scrivere.


C’è brezza tesa, fresca, profumata di rosmarino.

Il sole arroventa la sabbia dorata; socchiudendo gli occhi e traguardando, vedo l’aria ondeggiare, lattea degli umori strappati alla spiaggia. 

Ho voglia di tuffarmi in quell’acqua blu, fresca, profonda.


Rileggo. Mi si stringe lo stomaco. Non ho ne’ magnesia, ne’ vocabolario,

Devo riscrivere. Proviamo:


Tira vento; sa di rosmarino.

La sabbia scotta, e vedo miraggi.

Forse mi tuffo.


Franco




 

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