La scorta


L’ho visto subito dopo il paese. Fermo, in uno slargo della strada, sotto il sole e con un cartone del supermercato in mano.

C’era scritto: “Concediti il lusso di una scorta militare

Era in divisa, e mi fece sorridere, ma anche un po’ di pena. Mi fermai.

Rischi grosso, lo sai, in divisa non puoi fare l’autostop …

Lo so, ma ho perso la corriera per un pelo. Sui mezzi pubblici devo salire in divisa, per avere il timbro sulla licenza. 

Lo feci montare nella Cinquecento: un po’ stretto, col suo zaino enorme. Mi offrì una Nazionale senza filtro. Il prezzo del biglietto … sorrisi. E me la misi tra le labbra cercando l’accendino. 

Alla curva successiva mi fermarono i Carabinieri. 

Lui sbiancò. Finsero di non vederlo. Come fosse invisibile. 

Videro però benissimo la sigaretta e l’accendino. 

Una sola mano sul volante … professore … è un attimo fare un incidente su queste strade; dovrebbe saperlo. 

Guida pericolosa! 

Sono tremilacinquecento lire.


Proprio una bella scorta! Un lusso davvero per pochi.


Franco



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