Pere
M. era una brava bambina: intelligente, gentile, obbediente. Studiava con coscienza, e il pomeriggio aiutava anche in casa: quasi una seconda mamma per i suoi fratellini.
E poi era anche la prediletta del prete, perché frequentava la parrocchia e anche l’aiutava in piccole incombenze, come riordinare i banchi dopo la messa e recuperare i libretti dei canti e delle letture. Insomma … ’na brava toseta.
E poi si confessava ogni sabato, che non era proprio una consuetudine dei ragazzini del paese.
Ci andava volentieri a confessarsi, M..
Lungo la strada c’era un orto semi-abbandonato.
Lì, in mezzo a qualche cespuglio selvatico, c’erano dei meli che d’estate si caricavano di frutti. Un pero dominava su tutti: alto e grosso, con rami robusti … un gusto arrampicarvisi. E poi, su quei rami da scalata, si trovavano delle pere … ma delle pere che così nemmeno il fruttivendolo ne aveva.
Ma si, dai, chi vuoi che badi ad una bambina che si arrampica sul pero del T. in mezzo a tutta quella sterpaglia? Un posto da vipere, e poi sotto il sole … cosa vuoi che siano quattro o cinque pere, che poi sono gustose, asprigne, succose, si si, lo sono, ma sono anche piccoline … e poi sono dure come sassi, non sono ancora mature …
Padre, ho anche rubato … Come??? Sbotta il prete, cosa hai rubato?
Padre, ho rubato una dozzina di pere, di pere piccoline, in un orto abbandonato … ma avevo sete … ed anche fame, avevo proprio fame questa mattina, ché sono corsa via di casa senza aver fatto colazione per venir qua.
Dai, dai, tranquilla, che il Signore ti perdona, l’assolve il prete.
E lei, M., se ne va davvero tranquilla. Si è confessata per dieci pere e ne ha mangiate solo cinque ….
Le cinque che mi spettano, si domanda M., le prendo ora tornando a casa o aspetto qualche giorno, che maturino ancora un po’ … ?
Si, M. era proprio una brava bambina, intelligente e coscienziosa!
Franco
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