Acqua
L’acqua è vita, lo sappiamo da sempre.
Oggi ancor di più, dopo aver sperimentato la dannazione della siccità.
Per questo si dovrebbe sempre guardare all’acqua con rispetto e attenzione, a volte anche con paura, perché si soffre quando ce n’è poca, ma anche quando ce n’è troppa.
L’acqua buona è una benedizione, e va conservata con ogni cautela, perché quella inquinata, violata con chissà che cosa, non si può usare, serve a nulla.
Forse per tutti questi motivi, nell’antichità l’acqua più pura e più bella era dedicata a qualche divinità. In questo modo veniva tutelata, e restava intatta.
Una scelta indovinata, durata per secoli e secoli.
Passato il tempo degli dei falsi e bugiardi, ci si è dimenticati delle ninfe naiadi, nereidi e oceanine che abitavano mari, fiumi, laghi e sorgenti e ne tutelavano l’integrità.
E da allora è cominciato il degrado!
Forse non ovunque. Sto osservando un disegno di Vito Calabrò, un artista bellunese cultore delle tradizioni della montagna.
La scena è dominata dalle Anguane, personaggi mitologici legati all’acqua, ai monti, e ai mestieri delle terre alte. C’è un focolare al centro del disegno, con un monte sullo sfondo e la luna in cielo. Sono simboli della donna e del suo ruolo nel mantenimento della vita, della famiglia, della comunità. Le Anguane sono giovani, libere e belle. Penso al legame tra il passato pagano e i giorni in cui visse e lavorò Calabrò, che ha tradotto in immagini i racconti sulla sacralità della montagna e sui rischi portati da condotte non appropriate.
Ecco ancora l’acqua, per eccellenza simbolo della vita, della ricchezza, della fecondità e della prosperità della terra e dell’umanità.
Ma l’acqua è anche simbolo del pericolo. Le Anguane hanno i piedi nel torrente, e si sa che esse trascinano nella corrente tutti coloro che smarriscono la giusta via, quelli che dimenticano i doveri verso la famiglia e la solidarietà verso i compaesani.
Affascinante! Calabrò unisce il passato col presente; li salda recuperando il senso più profondo della vita, tra fuoco, acqua, campi, pascoli e boschi.
Insomma, tra lavoro e famiglia.
Franco
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