Budai


La bottega di cose vecchie “in conto vendita” è un pozzo di curiosità. Da perderci la giornata! 

Quella statuetta di gesso laminata d’argento ci ha molto incuriosito. Sul margine della veste portava anche un nome, quello di una banca d’affari. 

Ancora più intrigante. E mi ricordava qualcosa.

A casa ho ritrovato la memoria: in un libro d’arte orientale ho recuperato l’immagine di una antica statuetta, che pur somigliando a quella veduta nella bottega, non è di Buddha come avevo subito pensato.

È Budai, un monaco, grasso e felice, che le leggende orientali, cinesi e giapponesi, vogliono sia esempio di buoni costumi. Mah … e la grassezza del personaggio? E quel sorriso? Quel monaco di sicuro non disdegna il cibo, e nemmeno le buone compagnie, quelle che amano il vino, o il sakè.

La tradizione vuole anche che Budai porti sulle spalle una sacca di pezza sempre colma di cibo, perché è dovere dei monaci sfamare i poveri che incontrano per la strada o quelli che si avvicinano loro durante la meditazione. 

Cibo per il corpo, cibo per l’anima.

Budai insegna anche a coltivare il riso, dando speranza di futura abbondanza. 

Difende, infine, i deboli da ogni tipo di sopruso, soprattutto i bambini. 

Dentro il suo corpo grande e grosso Budai ha l’animo del guerriero!

Da noi, in Europa, non c’è l’equivalente di Budai o di altri simili monaci.

I Templari, sapevano menar le mani; forse difendevano i miseri, ma non disdegnavano i re.  Una somiglianza un po’ vaga, in fin dei conti.

Un frate grasso alimenterebbe subito sospetti. I francescani vengono sempre immaginati laceri e segaligni. Questa è la nostra forma della povertà e della carità. Budai non potrebbe nemmeno essere concepito. 


Ad Oriente e ad Occidente si sono dunque evolute, anche in questo campo, due culture differenti. 

Eppure quel monaco è stato scelto da una grande banca come testimonial degli affari!

Che sia il modo d’oggi per avvicinare le grandi culture del mondo?


Franco


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