Corso
Eravamo una dozzina. Non più ragazzini.
Iscritti ad un corso che ci interessava molto poco, avevamo deciso, tutti insieme, di marinare.
Le previsioni davano tempo stupendo. La montagna era lì, bella, invitante, dorata contro il cielo di cobalto.
Partimmo alle quattro del mattino.
Il primo gruppo si fermò poche ore dopo. Qualcuno non si sentiva d’affrontare le rocce.
Qualcun altro si trovò senza più forze quando ci voleva ormai poco alla fine dell’arrampicata.
A me mancava l’aria; lo zaino mi pesava non sulle spalle, ma sui polmoni.
In un attimo capii che l’alpinismo non faceva per me.
Gli ultimi desistettero per benevolenza nei confronti dei primi e dei secondi.
Ma sembravano felici: non sapremo mai se per il loro gesto di bontà o perché si tornava anzitempo alla base.
Osteria; salame e formaggio, polenta abbrustolita e buon vino.
Concordammo che quella era la parte migliore della montagna.
E anche del corso.
Franco
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