Rio


Me l’ha ricordato una recente pubblicità in televisione: una enorme impronta di piede impressa nella sabbia. Nemmeno Polifemo l’avrebbe lasciata così grande e profonda.

L’idea dell’impronta l’aveva avuta Mathis Wackernagel già nei primi anni ’90.

La sua Impronta Ecologica fu poi discussa, e subito abbandonata, a Rio de Janeiro, sede dell’incontro tra i grandi della terra in cui venne stabilita una scaletta di interventi per arrestare il degrado ambientale e il consumo del pianeta.

Era il 1992.

Sono passati trent’anni. L’Agenda 2000, il salvifico programma siglato a Rio, ha dato però pochissimi frutti, e il degrado ha continuato a mangiarsi il pianeta. 

In barba all’Impronta Ecologica e alle indicazioni scientifiche e tecniche proposte, nero su bianco, da decine e decine di importanti scienziati, tra cui molti premi Nobel.


Andiamo tutti a Rio! Scrisse un giornalista a tantissimi studiosi italiani e ad altrettanti suoi colleghi che non erano stati accreditati alla conferenza sudamericana.

Si organizzò in un attimo la spedizione. 

In verità non costò molto; il posto era gradevole, il mare stupendo e si mangiava proprio bene. 

Le nostre conclusioni scientifiche, basate sull’Impronta ideata da Mathis, ottennero la prima pagina dei giornali. 

Ne parlò anche la TV, che ci mandò cronista ed operatore per documentare, soprattutto, lo splendore del Tirreno a Rio Marina, Isola d’Elba.


Franco



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