Accademia 


Forse non dovrei parlarne, e tenere simili pensieri dentro di me.

Eppure … se non lo faccio ora, quando mai lo farò?


Ieri ho presentato una memoria in Accademia, qua a Padova. Ho chiacchierato su di un argomento curioso, e quasi certamente sconosciuto alla maggior parte di chi ascoltava: una insolita raccolta di libri che l’Università conserva presso la sua sede di San Vito di Cadore. 

Sono libri molto particolari: sono fatti di legno!

Non hanno pagine; sono teche, scatole quasi perfette, tenendo conto delle deformazioni che il legno ha subito negli anni, che sono tanti, circa duecento, forse anche cinquanta di più. 

Sono dei vecchietti, un po’ delicati, ma stupefacenti per la loro capacità di raccontare …

Ogni libro è costruito col legno di una specie arborea diversa, cresciuta tra le Alpi e il Mediterraneo, alcune venute anche da terre lontane, dalle Americhe o dall’Estremo oriente. La copertina mostra le caratteristiche del legno, cioè le sezioni del fusto: trasversale, radiale, tangenziale: come tenere una trave in mano. Uno spettacolo. 

Il dorso è invece fatto con la corteccia dell’albero: così, dopo aver osservato e studiato bene il libro, si avrà modo di riconoscere la specie quando la si incontrerà nel suo ambiente, in bosco o nei giardini, oppure già tagliata in travi, o in tavole, nell’Arsenale o negli squeri veneziani. 

Si, forse a quello servivano i libri: a preparare boscaioli o falegnami.

Dentro la scatola c’è tutto quel che serve per studiare: semi, foglie, radici, piantine disseccate, fiori e infiorescenze, trucioli, segatura, un cubetto di legno piallato e lucidato, un pezzetto di carbone, la cenere … ed un foglio che spiega cosa si sta guardando. 

Insomma, è un capolavoro di intelligenza applicata all’insegnamento pratico, cioè far vedere e toccare quello di cui si sta trattando.


Chi ha fatto quei libri? Su questo argomento molti tra i presenti avrebbero voluto dire qualcosa, ognuno per la propria competenza. Purtroppo in queste riunioni non si trova mai il tempo per tutte le domande e per dare risposte esaurienti. Peccato! La fretta fa mancare uno dei motivi per i quali, centinaia di anni fa, sono sorti questi cenacoli di curiosi, che non smettono mai, in barba all’età, di leggere, di studiare, di scrivere: insomma, spesso manca il dibattito e il confronto! 

Questo è il cuore che dovrebbe pulsare in una Accademia, che nel suo nome esalta la propria impronta culturale: di Scienze, Lettere ed Arti! 


Franco


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