Anser in fluvio
L’ho acquistata per poche lire sulle bancarelle di cose vecchie.
Mi intrigava, e ho subito appeso la piccola incisione bene in vista nel mio studio.
Speravo che mi raccontasse qualche storia sulla mia terra.
Ed invece, da allora, e sempre restata muta.
Ho cercato dappertutto, nella rete, notizie sul gioco rappresentato nel disegno: ho trovato che è il Palio dell’Oca, gara di abilità che, a partire dal 1300, era diffusa in tutto il Nord Italia, dalla Lombardia fino al Friuli.
Una barca scende la corrente. I vogatori, attenti alle pietre del fondo, lottano contro le onde per tenere la giusta direzione. In precario equilibrio su di una tavola che sporge dallo scafo, un ragazzo si prepara ad afferrare un’oca appesa per le zampe ad una fune tesa tra le case.
È un attimo: o si acchiappa l’oca o si avranno i fischi della gente.
In ogni caso finirà con un tuffo nel fiume.
Si gareggiava così ogni anno a Pavia e a Verona; lo si faceva anche a Trento e a Rovereto, usando però le zattere che scendevano l’Adige per portare il legname a Venezia.
C’è traccia del Palio anche a Borgo Valsugana, sul Brenta, ed anche a Bassano; si è giocato così fino al 1800.
Niente altro ho scoperto nella rete.
Dal disegno si intuisce una città ricca, con bei palazzi affacciati su un fiume impetuoso.
La barca ricorda una gondola, e si voga alla veneziana.
C’è aria di ricchezza, e di Palladio.
Si, potrebbe essere Bassano, ma perché no, anche Vicenza, o Treviso …
Studio la mia piccola incisione. No, altro non mi racconta di quella città e di quel fiume …
Franco
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