Brenta
Tutti ne parlano come se fosse una esperienza da provare almeno una volta nella vita.
Serve a tornare indietro nella storia, a capire la nostra terra e come la si vive e la si viveva un tempo.
E poi, vista dall’acqua, la campagna e il suo paesaggio, con le ville che la ornano, assumono un altro colore, un’altra dimensione.
A guardare la barca, che si ostinano a chiamare Burchiello come quello di una volta, in un attimo mi passa la voglia di salirci. Immagino il rumore del diesel, l’odore del gasolio, il vociare nella cabina, lo sciabordio delle onde mosse dall’elica contro le rive, che a mano a mano cedono e vengono rinforzate col cemento.
È come l’andare di fretta in città, tra le case e la gente.
Un tempo si andava da Padova a Venezia quasi solo a forza di remi, di palo e di cavallo che, al ritorno, tirava la barca dall’alzaia.
Il Burchiello era elegante, comodo, silenzioso; era destinato soprattutto ai signori.
Per gli altri c’era quella che oggi si direbbe la corriera; si stava un po’ stipati, è vero, ma si andava svelti e tranquilli lungo la Brenta, giù fino alla laguna e poi fin nel cuore della grande città.
Si godeva anche del paesaggio, dell’aria buona e della compagnia.
Franco
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