Funicolare
Affascinante! Un vagoncino scivola a valle e col suo peso trascina il vagone gemello che sale verso il passo della Mendola, quasi novecento metri più in alto.
Oggi i vagoni sono moderni, d’acciaio, dipinti di rosso brillante. Però si muovono ancora grazie ad una corda e alla gravità, anche se c’è un motore che interviene per equilibrare il carico quando ci sono più passeggeri che vogliono salire rispetto a quelli che stanno per scendere.
Invece, al tempo di Francesco Giuseppe che amava salire al passo per cacciare camosci e caprioli, i vagoni della funicolare era costruiti col legno dei boschi di lassù. Al posto del motore elettrico si usava l’acqua: si riempiva un serbatoio fino a quando il vagone, su in alto, al passo, cominciava a muoversi. Semplice ed economico. Poi bastavano i ceppi sui freni per rallentare la corsa e per arrestare il vagone quando arrivava alla stazione d’arrivo. Allora si apriva il rubinetto e si vuotava il serbatoio.
Ancora oggi la struttura della funicolare è quella di cento anni fa: una grossa corda d’acciaio e uno stretto binario, steso su di un pendio che a tratti raggiunge pendenze vertiginose.
Il binario si sdoppia a metà del percorso, là dove i due vagoni s’incrociano.
Emozionante. Bisogna non soffrire di vertigini. Guardano lontano si vedono le Dolomiti che chiudono l’orizzonte tutto intorno; ad abbracciare il vagone, dapprima ci sono le rocce, poi boschi ed infine distese d’alberi di mele, e vigne.
Nessun rumore. Il segno di un incontro felice tra uomini e natura.
Franco
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