Rio delle Amazzoni


È un falso!

Il fiume non è più così da mesi. Da molti mesi. 


Oggi sembra un prato: è verde di lenticchie d’acqua, che lo coprono interamente. 

Acqua? Mah … si, forse, sotto quel tappeto di Lemna c’è acqua, ma di certo non ci immergerei la mano … è stagnante, carica di inquinanti, un deposito, immobile, di ogni porcheria che qualche lazzarone getta tra gli argini pensando di aver eliminato il suo problema. 

Non piove da mesi, e il fiume è ridotto ad uno stagno, con l’acqua immobile trattenuta, a valle, dalle antiche chiuse necessarie per la navigazione.


Quando affrontavo l’internato di laurea, nell’allora istituto di Chimica, i “bocia”, come venivano chiamati i nuovi laureandi ricordando i giovani alpini appena arrivati in trincea durante la Grande Guerra, venivano destinati al lavoro più sgradevole, e meno impegnativo: il lavaggio della vetreria. Un tecnico dell’Istituto passava accanto al lavello e canticchiava un motivetto, in inglese: dilution of pollution is solution … . Traduco: … Lava bene le provette, che una goccia di veleno non la si potrà più trovare nei metri cubi d’acqua sporca che stai gettando nelle fogne! Una furbata, che oggi non vale più!


Che bel fiume! Un paio d’anni fa sembrava un ramo secondario del Rio delle Amazzoni, verde d’alberi che s’inchinavano all’acqua placida e profonda. Nello scatto ho fissato anche qualche pioppo sulla sponda su cui passavo in bicicletta: così si capisce che si è vicini a Padova, e che gli uomini hanno messo a coltura anche lo spazio del fiume.

Un bel contrasto: ma il Brenta era bello anche così, e la sua acqua, allora, correva azzurra verso il mare.


Franco


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