Colori
Eravamo seduti a tavola; le notizie del telegiornale non aiutavano certo il buon umore.
Il cielo s’era incupito: nuvole di passaggio, ho pensato, ma l’ombra si è fatta sempre più scura, e mi ha dato la sensazione che l’inverno fosse davvero cominciato.
Freddo e buio, anche a mezzogiorno. Mancava solo la nebbia, padana.
Poi un alito di vento, e per un istante un raggio di sole ha indorato il giardino, arrivando ad accarezzare la tavola. Ho alzato gli occhi dal piatto per godermi quel momento piacevole.
Oltre la finestra, che si apre sugli alberi del giardino, c’era un trionfo di colori: l’oro del melograno, il rosso del cornus, il grigioverde del cedro del Libano, il verde cupo dei pini e il marrone bruciato della siepe accoppata dal secco dell’estate.
È come se il tiggì si fosse ammutolito, e che il tempo si fosse fermato. All’improvviso c’è stato silenzio, e pace. Si stava bene seduti a tavola, a godere del nostro benessere, cioè dello stomaco pieno e del termosifone che, pur se poco poco, ci scalda la casa.
Che fortuna avere questo giardino, mi ha detto lei, sottovoce per non spezzare l’incantesimo che ci aveva stregati.
Mi sono alzato per andare alla finestra. È solo uno scatto col cellulare, ma ho sperato che anche la sera, e l’indomani, quando dovrebbe piovere, e tra qualche giorno, col gelo che morderà la notte, quest’immagine di pace riesca a donarci un sorriso.
Il miracolo d’un raggio di sole che accende i colori del nostro piccolo mondo.
Franco
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