Escher
Sto leggendo sul giornale un articolo basato su una ricerca sviluppata da una nota università americana. Riguarda i sopravvissuti ad accidenti cardiaci e quanti sono stati sottoposti ad interventi che hanno portato alla temporanea sospensione della naturale circolazione sanguigna. Tutti costoro hanno manifestato una intensa attività cerebrale anche quando cuore e respirazione spontanea erano stati fermati. Lo studio riporta che l’attività cerebrale riguardava soprattutto la memoria, sia recente, sia passata, ma anche la percezione di quanto stava accadendo intorno al tavolo operatorio, tipo medici indaffarati, l’avvio della rianimazione e la sensazione di una separazione tra corpo e intelletto.
Potete immaginare come la cosa mi abbia colpito. Ho subito provato a scavare nella memoria intorno a quella fine di gennaio di quattro anni fa. Posso subito escludere d’aver avuto consapevolezza di quanto stava accadendo attorno a me sul tavolo operatorio. Se ho avuto percezione di qualcosa, è avvenuto dopo, durante il periodo in cui si è avviato, forzatamente, il mio lento risveglio. Avvertivo il fastidio della mia condizione, coi tubi che mi scendevano nei polmoni e mi riempivano la bocca; ho percepito le voci di medici ed infermieri che si lamentavano perché tentavo di sciogliermi dai lacci con cui mi avevano bloccato gambe e braccia. Ridendo, volevano farmi sapere che avevo colpito con un pugno un operatore senza nemmeno chiedergli scusa!
Ricordo invece d’essermi del tutto abbandonato a sogni natalizi. Più volte mi sono veduto esploratore d’una caverna, calda, profumata ed accogliente. Le pareti erano coloratissime, come possono essere colorati i pasticcini di marzapane. Di marzapane, rivestito di cioccolato, e splendidamente variopinto, era il presepe collocato nella caverna, compresi i pastori, le pecore, il bue e l’asinello.
La visione è cambiata col passare dei giorni: alla scultura di marzapane ho sostituito la grafica, impostata su una geometria rigorosa, che è quella che non si lascia irretire da convenzioni bislacche, tipo alto o basso, destra e sinistra … le scale di Escher mi hanno infatti allietato le giornate, dandomi un leggero senso di nausea, soprattutto quando, razionalmente, ho tentato di passare dagli edifici sghembi al volo incrociato di uccelli alternato al nuoto di strani pesci colorati.
Mi sono sentito buono e bravo! Nonostante il lungo digiuno, non ho addentato la Sacra Famiglia, e nemmeno pecore, buoi ed asinelli, né ho tentato di catturare la fauna che popolava i miei pensieri.
Franco, sei sveglio? Mi ha chiesto qualcuno. Vuoi collaborare?
Ho alzato il pollice.
Che bravo sono stato! Legato com’ero, ho pensato che avrei potuto alzare il medio … si, così ho capito che ero sveglio!
Franco
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