Pàlon


La foto non è particolarmente indovinata. Campo largo, con grandangolo, nessun dettaglio, non si coglie l’allegria dei ragazzi che hanno conquistato la cima della montagna. 

Peccato. Cercherò di rimediare con qualche parola …

Seconda liceo, l’anno in cui si organizzano i viaggi studio per gli studenti. 

Le scuole povere si limitano ad un paio di giorni in una città d’arte, Roma, Venezia, Firenze. 

Le scuole ricche giocano su tempi più lunghi e su distanze maggiori, spesso all’estero: Parigi, Monaco, anche Londra.

Noi Polentoni, studenti di una scuola per definizione ricchissima, sognavamo New York, Los Angeles, Honolulu … Da settimane ne discutevamo tra noi, con gli occhi lucidi per il desiderio: quale paradiso terreno ci sarebbe stato destinato?

Ci venne comunicata la destinazione quando ormai si era a fine marzo. Come dire … fuori tempo massimo.

Palòn … Monte Bondone, Comune di Trento. 

Cambiammo subito il nome: Pàlon, decisamente più esotico, affascinante!


Si salì a piedi sul Palòn, in primavera avanzata, a partire dalle Viote, ameno borgo sul fianco del Monte Bondone, nel quale ci condussero col pullman della scuola.

Paiolo in spalla. Acqua in un paio di taniche. Luganeghe, würstel, pancetta, costine … tutto sistemato negli zaini … la legna si trovava sul posto, sarebbe stata raccolta ad abundantiam, salendo. 

E financo una tanichetta di vino … concesse graziosamente il preside, facendoci capire che eravamo considerati grandi!

Un’ora di pullman, due di salita, nella nebbia, tre ore impiegate a far legna, ad accenderla nell’aria umida, a sistemare le pietre per farne il fornello ed infine per cuocere la polenta. 

Ecco, la foto documenta l’allegria che tutti ci animava quando arrivammo in cima al Palon. Himalaya … 2184 metri sul mare. Una emozione!

E poi un’ora a cantare di malavoglia col professore che era contento quanto noi, ma ci impediva il turpiloquio. Un’ora per scendere. 

Silenzio assonnato in corriera

Nemmeno un saluto nel piazzale della scuola, dove si concluse la nostra gita di seconda liceo.

Però, onestamente, una cosa ci insegnò: il purgatorio … è figlio dell’avarizia.


Franco









 



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