Previsioni


Mi distraevo spesso, troppo spesso. Del resto le occasioni non mancavano. Una di queste è incredibile: l’immensa finestra della mia stanza, letto/studio, che si affacciava sullo splendore del Bondone e, sporgendomi un po’, anche sulla Paganella. 

Un ragazzo del liceo si sarebbe ben presto stufato del panorama; ma io cercavo di leggere anche il tempo, e di fare le previsioni meteo. Per questo interrogavo le nuvole e il vento, i pennacchi nebbiosi intorno alle cime delle montagne, le tonalità del verde dei boschi che molto dipendevano dall’umidità dell’aria. 

Oggi penso che se avessi dedicato ai miei libri lo stesso tempo e lo stesso impegno che concedevo al meteo, sarei stato il primo della classe!

Beh, non ero l’ultimo, il che vuol dire che al posto della meteorologia altri miei compagni spesso coltivavano interessi diversi, quasi sempre con nomi femminili. 

Il mio obiettivo era prevedere la neve. Non quella che avrebbe reso difficile il traffico in città, cosa che proprio non mi interessava, ma quella alta e soffice che ci avrebbe reso possibile il “giovedì sulle piste”, che ogni inverno rientrava nei programmi del mio liceo. 

Sta nevicando a Sardagna! telefonai un dopo pranzo al mio compagno di banco, futuro Sindaco di Trento. Andiamo a vedere, mi rispose, saliamo con la funivia. 

Un pomeriggio di studio perduto, ma una camminata memorabile, lungo la strada deserta, sotto una nevicata fitta fitta che così … insomma non solo i pescatori le sparano grosse.

Non fummo interrogati, l’indomani, ma il viso con la pelle arrossata dal freddo e dal vento teso del Bondone sotto la neve, la diceva lunga sul pomeriggio di studio, mio e di Luca.

Lo confesso, provo ancora un po’ di nostalgia …


Franco.  




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