Chapeau


Abbiamo camminato a lungo in un parco vicino a casa di Fabio. Ci vanno a giocare i bambini; d’inverno si divertono con le slitte, scendendo lungo un pendio innevato che sembra non finire mai. Siamo usciti di casa all’imbrunire, ed il giardino l’ho veduto che era già notte, nel buio che solo i luoghi deserti sanno creare: profondo, un po’ inquietante. In realtà il buio lo ricreava la mia mente, perché la neve brillava della luce dorata di qualche lampione messo ad arte ad indicare i sentieri. Cadeva una neve sottile e fitta fitta, ed intorno ai lampioni anche l’aria era lucente: magia di una sera speciale d’inverno. 

Seguivo le orme di Fabio, guardando a terra timoroso di scivolare. 

S’è fatto scuro di colpo. Mi sono ritrovato in un bosco. Anche qui di alberi immensi. 

Sono aceri anche questi, ovviamente, mi ha detto Fabio intuendo il mio pensiero. Ho tentato qualche foto, ma il risultato è stato penoso. Ne ho ripetute molte nel tentativo di portare a casa il ricordo del re di quella foresta trasformata in giardino. C’erano case, lì vicino, e non era buio pesto. Ho chiesto a mio figlio di appoggiarsi al tronco di quel gigante tra gli aceri proprio per dare l’idea delle sue dimensioni: forse centotrenta centimetri di diametro all’altezza delle spalle di Fabio. Regale davvero. 

Lì accanto, il Comune ha posto un cartello, col quale si avvisano i visitatori che gran parte degli alberi che stanno ammirando hanno superato la longevità media della specie, e dunque sono soggetti all’attacco di una infinità di patogeni che ne minano la stabilità. 

Ci dispiace, scrive un tecnico a nome del Sindaco, ma per la vostra incolumità dobbiamo provvedere a poco a poco alla sostituzione degli alberi più malandati con altri, della stessa specie, giovani e vigorosi. Ci vorranno alcuni anni, ma vedrete che il risultato non scontenterà nessuno! 

P.S. (Aggiunge il tecnico forestale) gli alberi abbattuti verranno impiegati per sostenere i naturali cicli ecologici dei boschi. 

M’è tornata a mente la passeggiata fatta qualche giorno fa nel paco posto sulla cima del monte, e gli alberi morti lasciati in piedi e quelli schiantati lasciati a terra, per diventare  sostegno vitale ad una infinità di organismi, come vuole natura! 

Dalla morte si genera nuova vita.

Chapeau … dicono i francesi, e dunque anche qua, nel Quebec.


Franco



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