Spettacoli


Che spettacolo!

Fabio ci ha portati a vedere Le Cirque du Soleil. Per arrivarci abbiamo attraversato la città in metropolitana, con stazioni che a volte sembrano piazze, fino ad arrivare al grande stadio del ghiaccio in cui è stata installata la struttura del Circo. 

Fuori infuriava il Blizzard. Dentro, cioè sottoterra, si stava benissimo, alla giusta temperatura. Il teatro ricavato nello stadio è indescrivibile, immenso, capace di almeno quattromila posti sistemati da una parte e dall’altra della pista. Mi hanno detto che lo stadio ne può accogliere più di ventimila. 

Non provo a descrivere lo spettacolo, che non ha nulla a che vedere con quelli dei circhi che  un paio di volte ho veduto da bambino. Sembra infatti uno spettacolo teatrale, fatto di recitazione e di parti musicali, come nei musicals americani rappresentati a Broadway. Spesso gli artisti si esprimono in italiano, ed italiano è il titolo dello spettacolo: Corteo. Altre volte recitano e cantano in spagnolo, o in inglese, anche se la lingua dominante è il francese. Mi è rimasto dentro il senso della poesia, e della delicatezza del tema, che è imperniato sull’amore per la recitazione, e sull’affiatamento tra gli attori. Dei circhi di un tempo è rimasta l’abilità di cui gli artisti fanno sfoggio nelle parti in cui gioca la forza,  l’equilibrio e la grazia, ad esempio quando danzano sospesi a grande altezza su anelli, su scale, su aste o su trampolini o semplicemente tenendosi per mano l’uno con l’altro, aggrappati ad esili sostegni, nel vuoto. Il pubblico continuava ad applaudire e ad esprimere ammirazione, sorpresa e stupore, spesso con sonori “ohhh …” ripetuti da mille voci. 

Sono uscito dal teatro veramente commosso, certamente stupito; quando c’ero entrato ero  prevenuto: il nome Cirque mi riportava alla mia infanzia, alle immense tende che coprivano piste coperte di sabbia, e avevano l’odore dei pop corn e dello zucchero filato venduto da pagliacci che giravano tra il pubblico. Erano i circhi dei clown e delle bestie feroci, dei trapezisti e dei lanciatori di coltelli. Oggi ho veduto nulla di tutto questo: solo abilità nel sostenere la scena con le parole, e la musica dal vivo, che spesso si associava alla voce degli artisti, quasi fosse il coro di una antica tragedia. Le parti sostenute dall’abilità fisica, come quelle ai trapezi o sui trampolini, sembravano quasi lunghi intermezzi, spettacolari, stupefacenti, ma comunque erano “parti”, non la sostanza dello spettacolo.

Ne siamo rimasti tutti davvero impressionati, e ne abbiamo parlato a lungo; anche oggi, a Natale, subito dopo lo scambio degli auguri, mentre si era ancora nel letto a goderci il tepore guardando la neve turbinare nel vento tra gli alberi del giardino. 

È un mese - m’è venuto da dire - è un mese che  Le Cirque du Soleil propone due spettacoli al giorno, sei giorni a settimana, e continuerà a farli fino al quindici di gennaio. Tutti i biglietti sono già stati venduti!

Si, è proprio un bello spettacolo, in tutti i sensi.


Franco





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