Thonet
Ricordo la stanza da letto dei nonni, nella grande casa di Vicenza.
Ci sono entrato poche volte, perché il nonno era ormai vecchio, ed acciaccato, e spesso si coricava per pisolare. Però ricordo che, nella penombra delle imposte appena accostate, vedevo le poltroncine su cui si sedevano la nonna e la mamma a chiacchierare e due sedie con la seduta di paglia di Vienna che brillava, come l’oro.
Sono Tonèt, mi aveva detto la mamma vedendomi molto incuriosito da quelle sedie particolari.
Aveva messo l’accento sulla è; avevo dunque pensato che fossero sedie francesi, magari costruite in una città che portava quel nome. La mamma amava tutto quello di gusto francese; sedie francesi dovevano essere il massimo per lei.
Mi ci ero seduto più di una volta; ero piccolino, allora, e non riuscivo ad appoggiare la schiena, che passava senza difficoltà attraverso il grande cerchio di legno che dava forma e leggerezza allo schienale.
Scomode. Prive di ogni interesse!
Sono passati più di settanta anni da allora. Delle sedie tanto care alla mamma era evaporata la memoria. Si è riaccesa in un attimo, quando ne ho viste alcune, sfasciate, nella vetrina di un restauratore di mobili vintage.
Sono Thònet autentiche, guardi il cartiglio, mi disse il negoziante con orgoglio. Metteva l’accento sulla ò.
Mi turbava quella differenza rispetto ai miei ricordi d’infanzia. Mi ripromisi di andare a fondo della questione. Intanto non resistetti alla tentazione, e me le portai a casa, risistemate e con la paglia di Vienna che brillava come l’oro.
Ho passato un po’ di tempo a cercare in biblioteca e in internet.
Aveva ragione il restauratore. Il signor Michael Thonet, austriaco, era stato un genio della ebanisteria. Nei primi anni dell’ottocento aveva scoperto che col vapore surriscaldato si riusciva a curvare a piacimento il legno di faggio, facendogli assumere tutte le forme che potesse immaginare anche il progettista più ardito. Aveva fatto fortuna, e spinto dal successo aveva aperto fabbriche in più parti dell’impero, assumendo decine e decine di operai. Il catalogo delle aziende Thonet, a fine ottocento, offriva una incredibile scelta di modelli di sedie, poltroncine, sgabelli, divani e tavolini: tutto il mondo si contendeva quella meraviglia di modernità, di stile e di leggerezza.
I miei nonni, dunque, si erano aperti all’innovazione: dei veri modernisti!
A pensarci bene, anche se il costo mi pareva un po’ … con qualche sedia di legno piegato a vapore son riuscito a tornare bambino.
Un vero affare!
Franco
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