Veri veneziani


C’era un vecchietto che lavorava il vetro.

Teneva bottega a Padova, in una viuzza nascosta del centro storico.

Così coltivo il mio hobby, ci disse in veneziano mentre lisciava con la mola a zaffiro un vecchio bicchiere

Il suo hobby era il lavoro che sempre aveva fatto, a Murano: molare e incidere il vetro. 

El vero, in veneziano. 

Lo faceva a modo suo, recuperando nei mercatini e nelle cantine i pezzi di antichi vetri spezzati e messi da parte prima d’essere gettati in discarica; lui li sistemava con la sua arte. 

C’è la storia, qua dentro, diceva, se non lo capisci, e non la recuperi, è perduta per sempre. 

Così, dai bracci spezzati di un lampadario, in un attimo, sotto i nostri occhi, sapeva ricavare un servizio di bicchieri da rosolio, proprio come quelli di una volta, considerò sorridendo. 

Ridava la vita al passato.

Lo faceva usando la fantasia, l’ingegno e la montagna di mestiere che aveva scalato durante la sua attività, in laguna.

Veri vene’siani, sillabava, guardando il risultato. 

In quelle due parole si coglieva tutto l’orgoglio di mille anni di perfezione.


Franco

 




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