AI
Che sonno! Non mi alzerei mai dal letto. Oggi è domenica, non ci sono impegni, non devo andare da nessuna parte … perché devo alzarmi? Che fatica pensare queste cose …!
Apro l’occhio sinistro; il destro è immerso da qualche parte nel cuscino.
Fisso la sveglia e metto a fuoco … quattro e diciassette minuti …
Cooosaaaa? Perché mi sono svegliato?
Sono furibondo con me stesso, e cerco di riaddormentarmi. Mi giro e mi rigiro, come una salsiccia sul barbecue … Succede sempre più spesso, sono cose da vecchi, si giustifica una parte di me … L’altra parte si infuria sempre di più. Lascia stare, se continui così sarà sempre peggio. Dai, torna al sogno che stavi facendo prima … cos’era poi? Ah si, l’inaugurazione dell’anno accademico, con gli autoblindo dell’esercito nel cortile nuovo del Bo’. Ma come? Mi dico, ma sei pazzo? No, no, non era questo.
Si, è vero, ti stavi mettendo in ghingheri in quell’albergo … Ma che albergo? Era una topaia, qualcosa senza servizi, un cesso in comune sul piano, una baracca immonda, roba da fine ottocento, ma dai … quando mai?
Che ore sono, mi chiede mia moglie svegliata dalla salsiccia che gira e rigira sulla griglia del barbecue. Le quattro e mezza, rispondo, facendo un rapido calcolo del tempo alla lettura della sveglia sommato quello impiegato dai pensieri cretini che sto facendo. Lei non si fida di me, e lo domanda alla sveglia. “… A… che ore sono?”. “Sono le sette e quarantanove minuti”, risponde la sveglia.
Ho dormito, allora … penso io … oppure ho letto male prima.
“Che tempo fa?” Domanda ancora mia moglie e la sveglia risponde alla perfezione.
“Che tempo farà domani?” Insiste mia moglie sfidando la sveglia intelligente. “Domani ci saranno …” e continua con le nuvole in cielo e la temperatura al suolo. Una risposta pronta e ineccepibile.
È sveglia, la sveglia! Mi dico soddisfatto per la battuta mattutina.
Mia moglie non si arrende e continua con la sfida: “Dopodomani che tempo ci sarà”.
È preparatissima, la nostra sveglia … dice anche la data, tanto perché l’umano non commetta errori di interpretazione. Mia moglie è esterrefatta per l’Intelligenza Artificiale, come tutti chiamano ‘ste robe qua. “Grazie, A…, esclama, sei gentilissima”.
Istantaneamente parte una musichetta, e una canzoncina, che più o meno dice :”Che gentile sei! Sei dolce come un babà, se ti servo sono ancora qua!”.
Sento che mia moglie è rimasta senza parole, e senza fiato. Poi si mette a ridere, e per un po’ non è più capace di smettere. È contagiosa la sua risata, e rido anch’io.
Si, è vero, questa battuta è un tocco di vera intelligenza. A programmare la sveglia è stato di certo un umano tosto, intelligente e spiritoso. AI?
Franco
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