Angelo Custode


Che tenerezza! Dopo settant’anni mi torna ancora alla mente. 

Soprattutto mi avvolge, assieme alla complicità che allora sentivo tra noi, anche il senso di affetto che mi dimostrava con quella sua strana espressione: bugie necessarie. Ovviamente lo diceva in dialetto, quello armonioso di Chiampo, che è come musica: busie necesarie. 

La Gemma!

Se combinavo un guaio, se le mie marachelle correvano il rischio d’essere subito scoperte, allora la Gemma si inventava qualcosa per proteggermi. Avevo rotto un vetro con una pallonata, in casa, dove era proibito l’uso del pallone? È stato un colpo di vento, e la porta s’è chiusa sbattendo con forza!  Diceva lei. Qualcuno poteva anche crederci, pur nella assoluta assenza di vento. 

È stato il cane a mangiarsi la fetta di torta conservata per Fernando e per Pierlorenzo … e tutti guardavano con rimprovero Dick, il colpevole d’ogni furto di quel tipo. 

Ma guarda le tarme che buco hanno fatto sulla maglia! Era una maglia di cotone … strappata sui rovi mentre raccoglievo le more.

Spesso le sue bugie profumavano d’essenza d’assurdo. Eppure funzionavano. Forse anche perché nessuno aveva il coraggio di opporsi a tanta dimostrazione di amore. 

Intanto io la facevo franca grazie al mio Angelo Custode, un vero Angelo in carne ed ossa. Era quello che contava, per lei e per me.

Ma non sono peccati? Le domandai una volta, tornando da Catechismo. 

Ma no! Mi rispose subito la Gemma con assoluta sicurezza: sono necessarie, bugie necessarie. Non sono peccato! Non te lo hanno ancora insegnato???

Avevo qualche dubbio al riguardo. Ma le volevo così tanto bene per quella nostra efficace complicità, che subito l’avevo assolta, con un sorriso, e senza penitenza.


Franco




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