Homer


Piove, fa caldo per essere fine dicembre a Montreal, e la neve si fonde a vista d’occhio.

Che tristezza! Per le strade passano autocarri carichi di neve. Oddio, si intuisce che è la neve caduta abbondante ieri notte; ma ora è poltiglia grigia, come quella che potrebbe esserci a Milano, o a Padova, se a Padova nevicasse. La neve verrà scaricata in piazzali, dove si formeranno montagne gelide che dureranno fino a primavera inoltrata.

Anche il giardino di casa appare malinconico, coperto da poca neve pressata; qua e là compare qualche filo d’erba, e il bruno del terreno. 

Là vanno a razzolare gli scoiattoli. 

In casa dormono ancora tutti: si risveglia Robin Hood e decide in fretta. 

Recupera una ciambella vecchia e dura, che ieri volevano gettare nella pattumiera, socchiude la finestra, spezzetta la ciambella, un bagel, e fa vedere i bocconi agli scoiattoli. 

Quelli capiscono al volo, e la ciambella viene afferrata tra i denti ancor prima di toccare terra. 

Intelligenti le bestiole! Guardo intorno. Nessuno mi ha visto. Il corpo del reato non c’è più. Elementare, delitto perfetto, caro Watson.

Ora sono contento, ed anche la poltiglia grigia e gelida mi pare meno triste. Chissà perché dicono che il delitto non rende? Chiedilo agli scoiattoli, che sono lì fuori a fissare la finestra, che però non si apre più.

A domani, dico loro, domani un’altra ciambella. Di questo passo diventerete grassi e goffi come Homer Simpson, di sicuro.


Franco



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