Mediterraneo


Dopo il gelo di Montreal, mi sono scaldato al sole del Mediterraneo. Sole virtuale. Non si vede, ma si intuisce. Sta in un dipinto, lo illumina, gli dà forza e, appunto, il calore che cerco. 

Il dipinto dice poco altro. È essenziale, ed intelligente. Rappresenta un somaro; sullo sfondo c’è il mare.


Il somaro è stanco, imbastato sotto il sole. Ma è paziente, come tutti i somari.

Chi lo tiene alla cavezza sembra invece insofferente. 

Freme per il tempo perduto. Non vede l’ora che l’immagine sia finalmente fissata. 

Beate le foto … sembra dire …


No, è una mia idea, una suggestione … il viso non si vede. Sembra cancellato.

Il pittore non ha terminato la sua opera. 

Forse il contadino s’è stufato, e se ne è andato col suo asinello e col carico che lo gravava. 


Dietro c’è il mare. Ha colore chiaro, che tende a quello del cielo, un po’ offuscato nella calura estiva. Canicola di mezzogiorno. Anche la terra è gialla di stoppie, o di erbe seccate dal sole.

Mediterraneo..

Mare di casa. Mare che comunque è un sogno. Sento la voglia di immergermi, basterebbe un attimo solo per assorbirne la quiete, o la forza nascosta. Un po’ di frescura.


Lo studio spesso, quel quadro. 

L’ho comperato tanto tempo fa per pochi soldi. L’autore mi era sconosciuto. 

Anche la firma è indecisa, come se il pennello fosse stato titubante a prendersi la responsabilità di un’incompiuta. 

Ma non si acquista un’opera per il nome dell’artista, ed ero felice di portarmela a casa.

C’è vita, c’è storia, c’è senso della terra in quel dipinto. 

Mi porta lontano.

E mi scalda, anche l’anima.


Franco














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