Mio
La bottega si trova nella parte vecchia di Montreal. Strade e case che ricordano un po’ i quartieri meno ricchi di Parigi, quelli in cui vive la gente che non ha troppi quattrini da spendere. Ci trovi anche i bambini che giocano sul marciapiede, sul retro, dove nessuno fa caso al disordine e al baccano, dove la vita vera è apprezzata, e non solo tollerata. Girare per quel quartiere è stato come fare un salto a casa, alle dimensioni della normalità europea.
Oddio, qualcosa di abbondante c’era anche lì, in quella bottega dove si vendono solo formaggi, penso solo francesi. Entrarci è stato come fare un bagno nel profumo, inebriante, anche se era impossibile odorare un formaggio senza avvertire il profumo di tutti gli altri. Una mescolanza, scusate … mélange … , da capogiro.
Ho pensato che il formaggio, come il vino, è l’orgoglio dei Francesi. Mi è così venuta in mente una battuta tagliente di Andreotti giocata all’indirizzo di De Gaulle. Il Generale, con un sorriso d’orgoglio, aveva dichiarato la difficoltà che incontrava nel governare un popolo capace di produrre quattrocento diversi tipi di formaggio. Andreotti, richiamando anche Mussolini, aveva convenuto col Presidente d’oltralpe, ammettendo anche la sua difficoltà, ai limiti dell’inutile sforzo, di guidare un popolo che di formaggi ne produce quasi settecento.
Non so quanti tipi di formaggio ci fossero in quella bottega di Montreal, che grande di certo non era: non quattrocento varietà differenti, ma … c’era da perderci la testa!
Avrei comperato tutto quello che era esposto, e offerto all’olfatto. I formaggiai, tre simpatici ragazzoni e una signorina che si assomigliavano come gemelli, erano gentilissimi; parlavano il loro quebequoi lentamente, per farci capire ogni parola, ed ogni sfumatura nella descrizione del loro tesoro.
Mi sono commosso: in un cantuccio ho adocchiato dei formaggi in formato mignon, così minuscoli da poter essere mangiati forse in un solo boccone. Il formaggino Mio, ho esclamato suscitando la curiosità dei presenti. Per me è stato un tuffo nel passato, settanta e più anni fa, al tempo in cui ai bambini si davano da mangiare teneri formaggini avvolti in un fogliolino di carta metallica dorata. La mia mamma a volte mi serviva anche un formaggino tondo, anch’esso tenerissimo e avvolto in un fogliolino dello stesso tipo; non ne ricordo il nome, ma forse era Bel Paese, in formato da bambino, morbido e cremoso. Mi sono ricordato anche un altro nome, Camoscio, che mi ha fatto pensare al Chamois d’or, che ho cercato e trovato in quella bottega della vecchia Montreal.
Beh, i formaggi francesi che abbiamo acquistato erano tutta un’altra cosa rispetto ai formaggini di quegli anni lontani; insomma, nulla da spartire col formaggino Mio.
Ma vuoi mettere il gusto di tornare bambino? Anche solo per un momento?
Franco
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