Profumi


La mia memoria si nutre di odori. I luoghi, le case, le cose, nella mia memoria sono spesso associati ai loro odori. A volte mi capita di ricordare in questo modo anche le persone: il profumo vale quanto l’espressione del viso, gli occhi, la voce, il sorriso.


Anche il sentore del cibo è chiave efficace per la memoria. Non solo per me; Eugenio, mio cugino, scrivendomi dopo anni di silenzio, mi ha raccontato che il primo ricordo dei nostri incontri di quando eravamo bambini era associato al profumo della cucina di casa nostra. Il bollito della mia mamma era un messaggio di benvenuto che deve essergli rimasto impresso nella mente e nel cuore. 


Le mie vacanze sui colli, a casa dei nonni, quando arrivavo nella corte cominciavano col profumo della polenta dell’Amalia. Era il segnale del cambiamento: dalla città alla campagna. Solo dopo venivano le immagini dei luoghi dove trascorrevo i mesi dell’estate, ma sempre associate ad odori o a profumi: delle galline e del vitello nella stalla, della frutta matura, dei funghi e dei ciclamini nei boschi ed infine, triste segnale della fine della mia libertà, il sentore dell’uva pigiata nei tini subito dopo la vendemmia. Era il profumo dell’autunno incipiente.


Se penso ai miei nonni, cui ero affezionatissimo, mi torna subito alla mente il terribile sentore di cipolla e di verze che amavano cuocere nelle sere d’autunno e d’inverno. Ne restava impregnata la casa, per giorni! Mi pare d’avvertirlo ancora nel naso.


Quando devo andare dal mio medico, mi viene l’acquolina in bocca: il suo studio, infatti, è collocato accanto ad un profumatissimo laboratorio di pasticceria. 

Scelta geniale! Come dire: fai pure un peccatuccio di gola … qui trovi subito il giusto rimedio!


Nel caso di peccati più gravi … mi viene in mente la Gemma, che spesso esclamava: Che profumo … fa resuscitare anche i morti!


Franco



 La mitica 

Sacher Torte di Fabio,

profumo di cioccolato.










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