Sveglia
Mi spiace … avrei dovuto pensarci ieri, non oggi … ma ormai il pasticcio è fatto.
Però mi succede; sempre più spesso penso alle persone che fino ad ieri mi sono state vicine mentre oggi lo sono solo nei ricordi.
Mantenerne la memoria è l’unico modo per farcele restare accanto. Me lo dicono in molti.
Però non dovevo condividere questo mio ricordo, e la mia malinconia, con gli amici.
Mi auguro che possiate perdonarmi.
Non sempre si può essere allegri, come sono oggi.
Sono andato a letto molto tardi, e stamattina ho fatto fatica ad alzarmi. Ho uno strano orologio luminoso sul comodino: come tutti gli orologi mi mostra l’ora, ma può farlo anche a voce, quando viene interrogato al riguardo. È successo stamani: che ora è, ho domandato. Sono le otto e dodici minuti … buona giornata, mi ha risposto. Accidenti, ho pensato … è tardissimo! Malumore da senso di colpa.
Poi ho chiesto: che tempo fa? In questo momento a Padova il cielo è coperto, e ci sono tre gradi Celsius. Sul momento la risposta mi ha fatto sorridere: i tre gradi devono sentirsi maledettamente soli in una città che non è proprio piccolissima. Poi gradi Celsius … avranno problemi con la lingua … però sempre meno dei Fahrenheit … Meglio non fare la battuta ad alta voce; potrebbe essere motivo di un bisticcio. Poi mi è tornato il malumore, alimentato dal pensiero della mattinata padana, fredda, umida, cupa … alla mia età ci vuole il caldo, e il sole …
Ho allungato una mano fuori dalle coperte. Casa domotica ante litteram, la mia. Da trent’anni mi basta un tocco sull’interruttore che tengo appena sopra alla testa, e la tapparella comincia a sollevarsi.
Che meraviglia! Ho pensato che la sveglia avrebbe dovuto guardar fuori dalla finestra, prima di rispondere! Il cielo era azzurro e il sole radioso.
Mi è subito tornato il sorriso, e il buon umore.
Spero che capiti anche a voi! Buona giornata.
Franco
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