Telefono
Non ho l’animo di cancellare alcuni nomi dalla rubrica del telefono, né di eliminarli dalla lista dei preferiti del mio cellulare. Se lo facessi, l’elenco si accorcerebbe di molto; mantenendoli lì, ad ogni telefonata provo un tuffo al cuore, una dolorosa puntura, che per un attimo mi riporta al passato, a rivivere episodi ormai lontani, ma che mi hanno segnato, mi hanno fatto diventare quel che oggi sono.
Lo scrivevo stamani ad un amico, di recente segnato da un lutto di famiglia: alla nostra età si resta, giorno dopo giorno, sempre più soli. Si perdono persone che ci sono state vicine tutta la vita, e, anche se atteso, resta un vuoto che in nessun modo potrà essere colmato.
Mi è tornata alla mente la mia mamma che, la sera, prima di mettermi a letto, mi faceva recitare le preghiere di fronte ad una Madonnina di ceramica che teneva sul cassettone, in camera sua. Alla fine di quelle preghiere, sembrava rivolgersi ad alcune fotografie tenute accanto alla Madonna, e diceva: “… ed ora una preghiera per i nostri cari, che ci stanno aspettando”.
Era un pensiero davvero strano, incomprensibile per un bambino di quattro o cinque anni. Osservavo però la fotografia di una bimba, una mia sorellina mancata quasi vent’anni prima, quando aveva meno di due anni. L’idea della morte mi era proprio lontana, ma in quella maniera ho cominciato a pensare che quella bimba non c’era; mi stava però aspettando da qualche parte per giocare con me. È quello che fanno tutti i bambini; lo avremmo fatto anche noi.
Franco
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