Vita da Bart


Ho Bart sulle ginocchia. 

Dovevo aspettarmelo: mi ha preso per il naso come facevano, tanti anni fa, Argo e Tea.


Sono andato a recuperarlo a casa di Francesco, perché non se ne stesse lì da solo per troppo tempo. 

Era come se mi stesse aspettando: non ha fatto una piega, si è fatto portare in braccio fino alla macchina, sistemare sul sedile e legare col guinzaglio alla cintura di sicurezza, e via a casa mia.

Quattro passi sul selciato del cortile, uno solo sull’erba; luccicava di rugiada, e non ha voluto bagnarsi le zampe. 

Ha disdegnato Perla, la gatta, che era molto allarmata e lo fissava dalla sua panca. Quella è andata  a rifugiarsi da qualche altra parte del giardino, lui si è diretto verso la porta del garage, che già conosceva. 

Ovviamente la pipì l’ha fatta sul pavimento, appena entrato in garage. 

Si è seduto vicino alla sua pipì, a controllare che pulissi per bene: ha approvato il mio lavoro, e solo allora mi ha preceduto in casa … non si sa mai, meglio verificare che non ci siano intrusi!


Ora sono nel mio studio. Bart ha prima verificato lo stato delle stanze, poi mi ha raggiunto al computer. Gli ho spiegato diverse opzioni: divano, tappeto, cesta con materassino predisposta apposta per lui …

Ha scelto una sistemazione non prevista dal menù: le mie ginocchia.  

Mi ha fissato dritto negli occhi: lo facevi con Argo e con Tea … vorresti non farlo con me?

Vita da cani!

È piccolo … ma promette bene …


Franco




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