Magia


L’ho visto sbirciando nella bottega di un rigattiere, e subito me ne sono innamorato.

Mi succedeva spesso: un colpo di fulmine, come tra innamorati. 

Un lampo che riempie gli occhi, e l’anima, e tutto il resto scompare

Il rigattiere non sapeva di cosa si trattasse. Aveva cercato in rete, forse anche in qualche libro d’arte, senza capirci nulla. L’aveva trovato in una soffitta, da svuotare in fretta, e per questo non gli attribuiva valore.

 

È vero, penso che non abbia valore venale, ma ha un suo fascino profondo, un fascino quieto. 

Lo guardo spesso, perché mi trasmette suggestioni tranquille, mi rasserena.

Racconta del mare di Venezia, anzi, di Pellestrina, che è il titolo che l’artista ha scritto sul verso della tela. Non c’è la data; ma penso che sia stato dipinto tra le due guerre.

I colori trasmettono il senso dell’isola, della laguna e del mare, della solitudine, del silenzio. 

Avverto anche il sentore della povertà, che la gente combatte lavorando sull’acqua, in barca, rischiando  la vita, specie nei giorni di tempesta. 

Il cielo è ancora corrusco, e l’aria sa di burrasca; però si coglie uno squarcio d’azzurro. 

Sembra dire che c’è sempre speranza, tra un po’ ci sarà anche un raggio di sole e domani andrà tutto meglio.

Studio ancora il dipinto; forse è stato steso di fretta, magari per non perdere il momento fatato, il senso del rapido cambiamento, dalla burrasca al sereno, quella luce che sa di magia. 


Mi torna in mente il rigattiere, che sulla tela aveva cercato un nome, una data, un appiglio per una stima di valore. Non s’era curato del messaggio che l’artista aveva affidato ai colori, non ne ha veduta l’anima.

Sono stato fortunato. Il quadro ora è mio, e lo posso riscoprire ogni giorno, godendo della quiete che trasmette. 

Mi fa sentire in pace. Questa è la magia dell’arte …


Franco




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