Platano

Secondo Andrea Mattioli, il grande medico-botanico del ‘500, il Platano domina su tutti gli alberi per altezza, ampiezza delle chiome e per grossezza del fusto.

Mattioli amava riportare le curiosità che coglieva leggendo i testi dei grandi studiosi del passato, greci e latini. Citò anche Plinio il Vecchio, il quale a sua volta aveva riportato nelle sue opere i racconti di Licinio Muziano, legato dell’imperatore Tito in Siria: egli ricordava un platano con una enorme cavità nel fusto, una specie di “spelonca”, così ampia che vi si era potuto riparare da un violento temporale assieme a tutta la sua scorta formata da ben diciotto soldati.

La leggenda poi vuole che il platano sia anche uno degli alberi più longevi. 

Nella città di Kos, patria natale di Hippocrate, si favoleggia che svetti ancora un platano che dava ombra e riparo alle lezioni del padre della medicina, vissuto ben duemilacinquecento anni fa.


Meno anziano, ma non per questo meno monumentale, è il platano che ancora oggi rende splendida la campagna intorno alla Certosa di Vigodarzere, vicino a Padova. 

Questa fu eretta dai monaci arrivati da Chartres all’epoca della guerra portata contro Venezia dalla Lega di Cambrai. 

Quando poterono terminare la costruzione del loro monastero, i frati collocarono quel grande albero proprio davanti alle celle della nuova certosa, al centro di un campo chiuso da un’ansa della Brenta, come fosse lo gnomone di un’enorme meridiana. 


Insomma, un gigante che s’innalza verso il cielo, per ricordare loro lo scorrere del tempo, la caducità delle cose umane e l’eternità dell’anima.


Franco




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