Verba volant


M’è capitato di vedere un filmato organizzato come taccuino di viaggio d’un signore che era alla ricerca degli aspetti poco conosciuti dell’odierno Giappone. A Tokyo, città tra le più moderne al mondo e nello stesso tempo tra quelle più legate alle antiche tradizioni, il nostro esploratore s’è imbattuto nei fagioli Azuki. Si tratta di una varietà singolare di piccoli fagioli di colore rosso acceso. La singolarità di questo legume sta nel fatto che, cotto, ridotto in polvere e mescolato con lo zucchero, dona una pasta profumatissima che viene spalmata sui dolci, come fosse cioccolato.

Sono rimasto esterrefatto. M’è subito tornato alla mente mio cognato Carlo, stupito di come la mia mamma servisse i fagioli: lessati, scolati e conditi con olio, aceto e sale. 

Si fa così, Franco, mi disse un giorno. Recuperò dalla pentola di cottura alcuni mestoli abbondanti di fagioli, mantenuti nel loro sugo di bollitura, vi affettò dentro, fine fine, una mezza cipolla e poi via con l’olio, il sale, l’aceto e un pizzico profumato di pepe. Aspettiamo un po’ che la cipolla doni al sugo il suo profumo, propose Carlo. 

I fagioli non arrivarono mai in tavola: ce li mangiammo subito lì, in cucina, senza lasciare un solo filo di cipolla e raccogliendo il sugo col mitico pane di Villabalzana. 

Che bel ricordo! Rivive ancora oggi a quasi settant’anni di distanza.


Carlo fu maestro anche di Vespa. Ne acquistai una di seconda, o di terza mano, in sostituzione di una moto, una Guzzi grossa e potente. 

Credevo che la Vespa fosse più tranquilla e meno rischiosa della motocicletta che usavo sempre d’estate. Pensa ai bambini, mi ripeteva mia moglie, e così .… ben presto mi resi conto che le piccole ruote da scooter rendevano la Vespa ben più insicura della Guzzi che usavo prima. 

E così mi disfai anche di quella.

Feci uno scambio con un mio laureando di Lamon: la Vespa contro una promessa. Ogni anno mi avrebbe portato un chilo di fagioli borlotti di Lamon; almeno per dieci anni. 

Ci stringemmo la mano, come si faceva una volta. Firmato il cambio di proprietà consegnai le chiavi della Vespa e ricevetti un sacchetto di fagioli.

Ebbi solo quel sacchetto. Il ragazzo si laureò, inforcò la bellissima Vespa e non lo vidi più.

Quei fagioli sono stati come le parole. Mi venne in mente ancora una volta mio cognato, professore di lettere … Verba volant, diceva alludendo ai politici, le promesse volano via …  se ne perde anche l’eco.


Franco





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