Eclissi


Il papà aveva acceso una candela e stava passando sulla fiamma il vetro recuperato dalla cornice d’una fotografia. La mamma lo aveva lasciato fare, anche se la cornice d’argento, e la foto, le erano molto care. Altre cornici attendevano lo stesso trattamento. Sentivo l’emozione che aveva preso tutta la famiglia, ma non ne capivo del tutto il perché. Dubitavo che fosse per i vetri anneriti dal fumo della candela. Avrebbero potuto annerirli anche il giorno prima, o la settimana prima ancora, quando volevano, insomma … i vetri erano stati sempre lì, e di sicuro nessuno li avrebbe spostati. Quasi di sicuro era per il fenomeno di cui avevo sentito parlare in classe, e di cui il papà aveva letto sul giornale: aveva a che fare con il Sole e con la Luna, proprio quel giorno, e sopra di noi.

Domandai: ma come avviene questa ellisse? Eclissi, Franco, eclissi … mi corresse il papà. E si lanciò in una spiegazione di cui capii ben poco, soprattutto quando tirò in ballo termini come declinazione, Zenith, elevazione retta, angolo orario 

Quel giorno la Luna avrebbe nascosto il Sole. Del tutto. Una eclissi totale. Un fenomeno rarissimo. E sarebbe avvenuto alle otto e ventidue minuti! Come sempre il papà era stato molto preciso. 

Anche l’eclissi lo era stata, questa volta. Ora perfetta. Il giorno migliore: martedì! Fantastico: niente scuola. Peccato che questi fenomeni avvengano ad ogni morte di papa …

Eravamo tutti a naso in su, in terrazza, col cappotto, a passarci quei pezzi di vetro affumicati. Attraverso la fuliggine si vedeva benissimo il Sole, e la sua luce non faceva male agli occhi come quando cercavo di fissarlo senza alcuna protezione. 

Ecco! Guardate … gridò mio fratello. Quando anch’io ebbi un vetro annerito davanti al viso potei vedere che al Sole mancava un pezzetto. Un disco nero se lo stava mangiando, e anche la luce, in cortile, cominciava a calare. 

Dopo un poco il Sole non c’era più. S’era fatto silenzio: anche gli uccelli se ne stavano zitti. 

Pochi istanti, e tornò uno spicchio lucente, che si fece via via più grande. E tornò la voce della vita intorno a noi.

Il giorno dopo ne scrissero tutti i giornali. Tra le altre, fece scalpore anche la notizia che da qualche parte in Europa le galline avevano deposto uova con impresso sul guscio il disegno del Sole sbocconcellato dalla Luna. Il contadino le aveva vendute per una carrettata di soldi. Erano galline molto istruite, le sue, e preziose al pari di una macchina fotografica Zeiss, o Leica. 

Insomma, come quelle della favola, erano galline dalle uova d’oro.


Franco

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