Modestia


Un archistar, molto conosciuto, ieri ha illustrato in TV le grandi innovazioni che stanno rivoluzionando l’architettura nel mondo: edifici disegnati per catturare al massimo il calore del sole e ridurre così il consumo invernale di energia, e poi altri grattacieli organizzati a camino, in modo da trasferire, tra i piani, il caldo o il fresco a seconda delle stagioni. Uno spettacolo lucente di cristallo e d’acciaio, ma anche di pratica intelligenza. Palazzi-gioiello nei quali, per le forme un pò curve, spesso non si capisce l’esposizione; solo la cima del grattacielo, troncata di sbieco e coperta di pannelli solari, può lasciar intendere dove stia il mezzogiorno.


Ho ricordato una visita fatta a Villa Da Schio, a Costozza, sui Berici, costruita sui principi declamati dall’archistar, ma più di tre secoli prima dei palazzi da lui disegnati. L’esposizione della villa è chiaramente a mezzogiorno, e le stanze, le scale interne e i corridoi sono sistemati in cascata sul pendio del monte. Certo, a far le scale era la servitù; i signori se ne stavano, secondo le stagioni, al piano più conveniente. D’inverno era sufficiente accendere il fuoco in un locale al piano inferiore per far salire naturalmente l’aria calda di piano in piano, mantenendo nelle sale, anche quelle poste più in alto, grazie al gioco delle correnti, la temperatura più confortevole. 

D’estate, invece, succede il contrario: per spontanea ventilazione, l’aria fresca donata dal bosco che sta a monte della villa, scende a cascata lungo le stanze e i corridoi portando refrigerio fino ai piani più bassi. Affascinante! Cosa possono fare l’ingegno … e la ricchezza!


Alla fine della sua presentazione televisiva, l’architetto, con grande enfasi, quasi con orgoglio, ha poi illustrato l’idea più geniale: un sistema di grondaie attraverso le quali l’acqua piovana viene recuperata per poi essere destinata a molti scopi diversi: annaffiare, lavare, rinfrescare …


Ascolto, e mi si accende la memoria; per un istante torno bambino, a Villabalzana. Un alito di vento fresco porta fin dentro casa un sentore di pioggia. Qualche grossa goccia fa intendere l’arrivo di un acquazzone, benedetto da tutti, lassù. 

Dario - grida zia Ada a mio cugino - corri, metti una secchia sotto la grondaia, così non dobbiamo andare alla fontana … 

Sorrido. Zia Ada, che pure, con grande saggezza e previdenza, aveva fatto terminare una gronda di casa all’altezza giusta per sistemarci sotto le secchie, mai ha pensato di pubblicizzare l’idea sul giornale! 

Altri tempi; un inno alla modestia!


Franco

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