Seggiovia
Il papà fece bene i conti, e stabilì che nel bilancio della famiglia ci stava anche una settimana sulla neve. Con gli sci. A Folgaria, in un piccolo albergo fuori del paese, ma vicino alla seggiovia.
Ci si accontentava di poco, allora. Per me era la prima volta in albergo, fuori di casa. Dormivo nella stanza con le mie sorelle, che già dividevano lo spazio con Lisetta, una loro carissima amica. Non so con chi dormisse Enzo; forse c’era anche Fernando, e forse anche qualche suo compagno di scuola, come Paolo e Sergio, i suoi amici più cari.
Là, poi, trovarono altri amici, come Carlo, che in seguito sarebbe diventato mio cognato.
Non ricordo molto di quella settimana. Però m’è rimasto dentro il senso del freddo, del ghiaccio sulla strada, del fascino della grande tavola coi camerieri che passavano a riempire il piatto. E non bisognava sparecchiare e sistemare la sala dopo aver mangiato!
La sera dopo cena, mi sistemavano in una poltrona, mentre i miei fratelli giocavano con gli amici. Crollavo subito nel sonno, e la mattina dopo mi svegliavo nel letto: serate piene di vita, le mie!
Isa si fece male sciando, e passò metà delle vacanze con una gamba ingessata. Continuò, però, a salire con la seggiovia, per godersi il sole sul Sommo, la cima del monte.
Un giorno, salendo, la fune d’acciaio dell’impianto uscì dalla carrucola e i seggiolini caddero verso terra. Ricordo che io rimasi sospeso a dondolare ad un metro dalla neve; Isa restò con la gamba ingessata tesa in avanti, e non si fece nulla. Raffaella, invece, si piantò nella neve, e a fatica riuscì a venirne fuori, ridendo: non s’era fatta alcun male. Carlo ebbe la prontezza di spirito di aggrapparsi al palo di sostegno del seggiolino, e rimase lì, in piedi, a valutare la situazione. Per qualche secondo la seggiovia continuò a muoversi prima di bloccarsi. Nessuno si fece male. Un altoparlante ripeteva qualcosa che non ricordo, ma che doveva tranquillizzare i passeggeri. L’incidente si risolse in poco tempo, e ricordo che tutti noi continuammo a sciare fino a sera.
Per evitare problemi, i gestori dell’impianto fecero una proposta a chi aveva patito di quella disavventura.
Il nostro gruppo ne fu soddisfatto: due giorni di salite gratuite! Nessuno pensò che l’incidente potesse ripetersi.
Davvero altri tempi!
Franco
Enzo a Folgaria
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