Cometa


Anche la radio parlava della nuova cometa, visibile ormai ad occhio nudo. Uno spettacolo, dicevano, una meraviglia da ammirare la sera, quando il cielo si fa nero e non c’è la luna. 

La mamma ricordava benissimo la cometa di Halley. Era bambina, allora, ma il ricordo era molto vivo: una coda lunga e luminosa, che copriva quasi metà del cielo. 

Portano sfortuna, le comete - brontolava la Gemma. Scoppia sempre una guerra … o arriva un’alluvione … o fa secco e carestia … o muore qualcuno in famiglia … insomma disgrazie! 

Il papà scosse la testa guardando la Gemma: una disgrazia arriverà sempre, con o senza cometa. Poi, con un filo di malizia, continuò: ma quando è nato Gesù, c’era o no una cometa in cielo? 


Dai, andiamo a vedere la cometa - propose il papà. Il cielo era sereno, e la temperatura dolcissima, da tarda primavera. Mancava anche la Luna. Si andò in cinque, con la Millecento. Il papà aveva studiato il posto migliore per godere dello spettacolo: sopra Monte Berico, superato il Museo della Guerra, dove la strada si inerpica con due tornanti, luogo che, ricordo, la gente chiamava “la esse”. 

Una meraviglia! Buio pesto. La città nascosta dal monte. Non c’era una casa a cercarla col binocolo. Nemmeno un lampione. Solo le stelle, e la cometa lassù, verso nord, dove si intuivano le montagne, l’Altopiano, grazie a qualche lucina che baluginava sul Costo. Una emozione. 

Non era poi una cometa immensa come quella che ricordava la mamma, ma quella che vedevo aveva comunque una bella coda luminosa. Anzi, erano due le code, una bianca e una azzurrina, messe a V fissata su di un puntino luminoso, la testa della stella. 

Non è una stella, mi corresse subito Isa, mia sorella. È un agglomerato di pietre e di ghiaccio - Isa studiava ogni parola, come faceva il mio maestro - e la coda, meglio dire chioma, è formata dal vapore e dalla polvere che i raggi del Sole le soffiano via di dosso. Anzi, ricordatelo - continuò mia sorella - la chioma non sta quasi mai dietro alla testa, ma più spesso è di lato rispetto alla direzione lungo cui si muove la cometa, o davanti, proprio perché è come se il Sole le soffiasse addosso … gli astronomi parlano di vento solare, e il Sole per questo si trova proprio nella direzione opposta alla chioma … o coma, come si dovrebbe dire, usando il latino …

Isa continuava a parlare, e a parlare, e a spiegarmi tutto delle comete, ed io, emozionato da tanta scienza e da tante spiegazioni, mi addormentai di colpo, crollando addosso alla mamma, seduta sul plaid steso sull’erba per rendere più comoda e piacevole la nostra osservazione astronomica.

Il mio schianto prematuro fu l’unica disgrazia statisticamente riconducibile al passaggio della cometa. Lo ammise anche la Gemma.


Franco




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