Memoria


Sono stato colto da un attimo di nostalgia al ricordo dell’aula in cui tenevo lezione e degli studenti che mi ascoltavano, tanti anni fa. Li ho rivisti, stipati nella sala ad emiciclo, e m’è tornato alla mente uno dei migliori, che si nascondeva su, in alto, per non essere vittima delle mie domande vigliacche, con parole difficili, spesso in greco. Aveva il Liceo Classico alle spalle, ed era piacevole sentire le sue risposte, sempre precise, spesso condite di arguzia. 

Ho cercato nel computer le dispense di quegli anni, col desiderio di recuperare un paio di immagini di cui avevo discusso a lezione, argomentando proprio con quello studente. 

Non le ho trovate e, ancora una volta, mi sono vergognato del mio disordine. 

Da qualche parte devo pur aver archiviato quei file - mi sono detto - e soprattutto quelle due immagini d’esoterismo; le avevo corredate con un lungo commento, che speravo servisse a stimolare la curiosità negli studenti, e magari qualche lettura in più rispetto al minimo indispensabile per comprendere la mia disciplina.


Extrema ratio …. dopo un po’ ho recuperato un disco nel quale, quando ancora insegnavo, avevo via via raccolto quanto avevo combinato in anni ed anni di vita in Università. 

Sapevo che mi avrebbe fatto male riaprire quell’archivio, zeppo di ricordi. 

Eccola lì, una vita di lavoro, chiusa in cartelle etichettate con titoli frettolosi, parole tagliate con l’accetta intorno al senso degli studi e delle ricerche di allora. Eppure dentro ho ritrovato anni di fatica, di sonno perduto, di continui rovelli, per non dimenticare nulla, per non offrire il fianco, magari per sbadataggine, a qualche critica malevola. 

Forse un po’ mi manca, quella vita. 

Ma dai - mi ripeto - sii felice di potertene stare ora qui seduto, a cazzeggiare, come dice qualcuno. 

Certo … lo so - mi rispondo - ma non vorrei proprio diventare come nonno Simpson, sempre appisolato, rincitrullito. Insomma, un vero … pensionato!


Franco




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