Mistero


Resterà un mistero. 

Non ho fatto in tempo a chiedere spiegazioni al papà, o alla mamma. 

Sarebbe bastata una domanda: chi era Valerio Bisogno, Vicentino?

Ormai so soltanto che, il giorno 24 maggio dell’anno 1717, egli ottenne la Patente di Giurista dall’Università di Padova, ricevendo la lode unanime del Collegio dei Professori, come è indicato nel diploma che poi il Vescovo ha sottoscritto. 

La patente è capitata a me, inconsapevole conservatore di un Atto che i miei genitori hanno custodito con ogni cura ed attenzione. 

Sono fogli di pergamena contenuti in una custodia di marocchino. Il documento è vergato a mano, con grafia minuta, regolare, ornata di svolazzi e di capilettera sontuosi. Gli inchiostri sono di colore nero, rosso ed oro. 

Provo emozione a sfiorare la pergamena con le dita. Ne avverto l’importanza, e il profumo del tempo; tre secoli sono tanti! Percepisco anche la presenza dei professori, con l’ermellino posato sulle spalle e il tocco di raso calcato sulla testa. Hanno ascoltato il giovane Valerio dissertare su un argomento di sicuro importante, di fine e complessa giurisprudenza. Per questo ne hanno approvato l’esame finale e firmato la patente di Giurista. 

I Riformatori dello Studio, investiti del potere trasmesso dal Senato di San Marco, hanno consegnato al Vescovo il diploma. A lui compete l’autorità, che a Padova era incombenza quasi solo formale, di apporre il sigillo della Curia prima di consegnare l’Atto al nuovo avvocato, stringendone, tra le sue, le mani giunte come in preghiera. 

Questo gesto si ripete ancora oggi in alcune antiche Università europee; l’ho visto fare in quella di Cambridge.

Emozionante! 

Ma perché ho io quel documento di Valerio Bisogno?

Forse la sua famiglia è imparentata con la mia?

Non lo saprò mai.


Franco


Commenti

Post popolari in questo blog