Pensieri
L’ho già scritto: quel colpo d’ascia mi ha profondamente segnato, non sulla pelle, ma nell’anima.
Più volte, molte volte in verità, mi sono domandato cosa mi sarebbe capitato se, in quel 1973, mi fossi spaccato una gamba, o piantato la scure nel polpaccio. Se non fossi riuscito a muovermi, e a trascinarmi fino al furgone/laboratorio, non avrei potuto sperare che qualcuno si sarebbe accorto che per me qualcosa non andava nel verso giusto. E poi? Arrivato al furgone cosa avrei potuto fare? Suonare disperatamente il clacson … Lo avrebbero sentito a chilometri di distanza, in mezzo ad una foresta folta, quasi impenetrabile? Dopo due o tre giorni, non vedendomi tornare, forse sarebbero venuti a cercarmi.
E i cinghiali? Nel frattempo mi avrebbero lasciato tranquillo?
Dio mio, che pensieri mi hanno assalito in quei momenti!
Cos’è la morte se non un ritorno alla vita, ma in altra forma? Ecco Lucrezio, di cui in realtà ricordavo molto poco; è venuto a farmi compagnia, lì sul tronco abbattuto dal vento.
In quel momento mi parve di ricordare che anche Haeckel affermasse principi simili a questi.
Magari sono già morto, e non me ne rendo conto, ho pensato …
Non si può avere coscienza della morte, sosteneva il filosofo romano venti secoli fa … la morte infatti è un passaggio verso una nuova forma di vita di cui non resta memoria in chi nasce, cioè in chi si rigenera dopo la morte.
Steso sul tronco del grosso leccio, sto godendo del sole sul viso, del profumo primaverile del bosco, della voce del vento e di quella di mille insetti.
Se fossi morto, questa che sto assaporando sarebbe una nuova vita, da godere fino in fondo.
Sono passati cinquant’anni. E continuo a chiedermi quante volte posso aver cambiato forma di vita senza rendermene conto. Quanti accidenti irreparabili mi sono capitati … e mai ho pensato di averne patito le conseguenze? Beh, visto però che questi accidenti li sto ricordando, secondo Lucrezio non mi deve essere capitato proprio nulla di così irreparabile; e poi, questo attributo, irreparabile, avrebbe significato solo per me, non certo per il mondo nella sua interezza, dove nulla viene buttato, nulla è inutile, senza scopo.
In una forma o nell’altra si è sempre qua, magari a rimuginare pensieri un po’ strani …
Franco
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