In aula


La maestra ci condusse in aula, che era molto grande. E molto buia. 

Le finestre si aprivano verso il giardino, così si potevano vedere le mura della città, e gli ippocastani che, carichi di foglie e di ricci, sembravano piegarsi verso i vetri, come per spiarci. I grandi alberi coprivano il cielo, lasciando passare ben poca luce, anche se ormai il sole era alto e avrebbe dovuto indorare tutta la facciata della scuola, rivolta ad est. Pensai al nonno, che brontolava per un piccolo melo che cresceva in orto, proprio davanti alla finestra della sua cucina. Ma che mele - diceva dopo un poco, come se ci avesse ragionato - i frutti sono proprio buoni, e valgono più di un po’ di ombra … poi d’inverno le foglie non ci sono più …

Prima dell’inverno alla maestra Moretti e alla nostra classe venne invece assegnato il turno di pomeriggio. La sera faceva presto buio, in aula, e le quattro lampade che pendevano dal soffitto, che era molto più alto di quelli di casa contro i quali brontolava invece la mamma, non compensavano la mancanza del sole. 


La maestra chiacchierò a lungo, quella mattina, e ci raccontò molte storie spiritose sugli alunni degli anni precedenti. Ogni tanto ci faceva qualche domanda, così veniva a sapere tutto di noi. Con la matita scriveva su di un quaderno con la copertina nera e le pagine bordate di rosso. 

Dopo un po’ ci fece alzare dai banchi per portarci a vedere la scuola, cominciando dal gabinetto per finire con la palestra, al piano interrato. Lì era ancora più buio che in aula, ma le lampade erano più potenti, e più numerose. 


Mettetevi in riga contro il muro - ordinò la maestra Moretti. 

Mi si gelò il sangue, e mi sembrò, per un momento, che mi mancasse il respiro. 

Rividi il papà minaccioso sopra di me, un giorno che ne avevo combinata una delle mie. Mi stava incenerendo con gli occhi, indeciso sulla punizione, in bilico tra uno scapaccione, una lunga prigionia in camera da letto, oppure a dormire saltando la cena. Poi gli sbollì la rabbia e se ne uscì con una frase, che avevo subito cercato di dimenticare: … andrai a scuola … lì ti metteranno in riga, vedrai …! 

Ecco, era arrivato il momento: si compiva la profezia del papà … chissà cosa mi sarebbe capitato!


Franco



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