Bombastium


Di sicuro pochi se ne ricordano. Forse solo qualcuno che ha sulle spalle tanti anni quanti ne ho io, purché, da bambino, si sia dedicato come me alla lettura dei “classici”, tra cui Topolino.

Ero malato, e mi faceva male alla gola. Ero tenuto prigioniero nella camera della mamma, che ogni tanto veniva a coccolarmi e a portarmi il suo rimedio universale, una specie di Teriaca Veneziana, composto di Marsala e Pavesini, oppure Zabaione col Marsala e Pavesini. 

Il Marsala, per quanto in piccole dosi e poco alcolico, mi sembrava lava ardente che mi si piazzava nella gola infiammata e me la cauterizzava, lentamente e dolorosamente. Bruciava come la Tintura di Iodio che la mamma mi passava col pennellino sulle sbucciature che mi procuravo sulle ginocchia, cadendo. Da allora ho sempre odiato il Marsala. 


Per tenermi tranquillo e far sì che il tempo scorresse più velocemente, la Gemma mi portava da leggere dei giornaletti, tra cui Topolino. 

Sta di fatto che su quelle strisce ho incontrato una parola che ancora oggi ricordo, con nostalgia e desiderio.

Fossi anch’io come Paperon dé Paperoni che, oltre a possedere una dimora/forziere così grande da contenere chilometri cubi di monete d’oro, disponeva anche di un tesoro per me molto più prezioso e interessante: il Bombastium!

Era un composto favoloso: un granello di Bombastium era in grado di trasformare un barile d’acqua in un barile di gustosissimo gelato dai mille sapori. 

Dio mio! Quanto ho sognato il Bombastium! E il gelato di zio Paperone …


Franco




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