Favole


Guardo la nonna che sta leggendo la favola di Pollicino al piccolo Gabriele. 

È una nonna brava e coscienziosa: l’ascolto anch’io, e capisco che sta forzando il racconto per renderlo meno terrifico … meno gotico, si direbbe oggi. 

Dell’Orco che mangia i bambini non vuole proprio far cenno.

Mi tornano così alla mente alcune sere di una vita fa, quando la mia mamma mi leggeva brani delle fiabe dei fratelli Grimm o di Andersen. Il libro lo teneva in mano solo lei. Un paio di volte però mi è capitato di sfogliarlo, di nascosto. 

Non lo avessi mai fatto! Le illustrazioni facevano paura e i racconti che avevo sentito leggere tiravano in ballo streghe ed orchi, folletti malvagi, maghi e magie che evocavano se non proprio la morte, sempre la fame e la disperazione.

Ma siamo matti? Mi chiedo oggi … ma chi farebbe mai vedere certe immagini ai bambini? E quelle storie che ho intravisto nei libri che giravano per casa quando ero piccolo, chi mai poteva averle concepite per destinarle ai piccini?

Forse in quegli anni, tra l’ottocento e la metà del secolo scorso, non si andava tanto per il sottile. Era forse diffusa la consapevolezza del dolore, del male, della miseria e della morte, così che i bambini venivano cresciuti in modo da potersene difendere, o abituare, se avessero dovuto farne esperienza.

Lo confesso, certe storie mi danno fastidio, anche oggi, che sono nonno con la barba e i capelli bianchi e carico di anni. I bambini hanno già da patire di un mondo sempre più violento e cattivo … non credo che abbiano bisogno d’essere cresciuti nella tensione, nel timore del male, soprattutto di quello alimentato dalla lettura di favole della buona notte!

 

Franco



La vecchia strega gettata 

nel forno, col bambino

tenuto in gabbia 

ad ingrassare!

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