Lingue
So che sto per fare una figura da chiodi, come si dice qua, dalle mie parti.
O una figura da matto. Cambia poco.
Un articolo comparso sul giornale di qualche giorno fa trattava delle vocalizzazioni dei gatti. Ne sono state contate più di duecento. Oddio, per accorgersi delle differenze bisogna avere l’orecchio buono, ed allenato. Ma che i gatti parlino non ci sono dubbi.
Da sempre sostengo che Red, il gatto che vive nel mio giardino e mangia al ristorante migliore del quartiere, Chez Franco, dove mai paga il conto, appartiene al clan dei gatti parlanti.
Quando mi vede, comincia a ciacolare, guardandomi dritto negli occhi.
Il miagolio non è uniforme, ma cambia di tonalità a seconda delle situazioni in cui ci si trova: se andiamo assieme a spasso per il giardino, se io lavoro nell’orto e lui mi fa compagnia, se si aspetta del cibo, se ha voglia di salire sulle mie ginocchia, o sulle mie spalle.
Da qualche settimana il vocabolario si è arricchito: se in giro c’è anche Bart, il bassotto di Gabriele, Red mi guarda con disapprovazione.
Ti sei messo con un cane! - mi rimprovera - Ma ti rendi conto che nemmeno sa parlare?
Non so cosa rispondergli … in tanti anni non sono riuscito ad imparare la lingua di Red.
Sono proprio negato per le lingue!
Franco
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